Scultura

U. Boccioni: “Forme uniche nella continuità dello spazio” 1913 statua in bronzo Galleria d’ arte contemporanea (Milano)

Il soggetto rappresenta una figura umana, senza braccia, in movimento. La statua è alta 110 cm ed è in bronzo. U. Boccioni realizza delle linee oblique e curvilinee. La luce è diffusa, infatti, leviga le aree concave e convesse. La composizione è simmetrica.

DESCRIZIONE

Forme uniche della continuità dello spazio rappresenta una figura umana mentre avanza nell’ ambiente. Il modellato , infatti, è trasformato per presentare dinamicamente la sua aerodinamicità nell’ aria. Le parti del corpo diventano spazi concavi e convessi. Sono, comunque, ancora riconoscibili per via della posizione che ricorda una persona che sta compiendo un ampio passo. Le gambe, infine, sono trasformate in scie di bronzo lasciate dietro di sé dall’ arto in movimento.

STILE

Lo stile futurista, che esaltava il movimento venne utilizzato per realizzare una scultura che intendeva rappresentare il movimento umano. Le masse muscolari vengono destrutturate. La parte in alto del polpaccio sinistro è la rappresentazione della posizione spaziale precedente, di qualche minuto, rispetto all’ arto posizionato più in basso.

COLORE E LUCE

La superficie della statua in bronzo è luminosa. Vi sono effetti di ombre e luce molto evidenti.

SPAZIO

Intorno alla statua si forma uno spazio in movimento, che sembra agitato dagli arti scomposti.

COMPOSIZIONE

Il corpo si muove in avanti ed è rappresentato dal busto leggermente piegato in obliquo verso la direzione del movimento. La statua riproduce in modo sintetico le sembianze umane, risulta monumentale e imprime un potente movimento in avanti.

Nike di Samotracia

Pitocrito: “Nike” 190 a.C. statua in marmo Museo di Louvre Parigi

La “Vittoria di Samotracia” è una statua alata di marmo senza ne testa ne braccia del 190 a. C. (arte greca). Questa statua alta 3 metri era ubicata sulla prua delle navi greche per placare il vento in segno di fortuna. Le pieghe del vestito sono realistiche e mosse dal vento.

DESCRIZIONE

Nell’ iconografia antica la Nike indica la Vittoria alata, divinità ritenuta figlia di Zeus. La statua della Nike di Samotracia è stata rinvenuta nell’ isola omonima, posta nell’ Egeo settentrionale, ma probabilmente è opera di uno scultore di Rodi. Si trovava nel punto più alto del Santuario dei Grandi Dei, entro il bacino di una fontana sacra. In basso, a diverse altezze del terreno, si trovavano altre costruzioni del Santuario. La statua si innalzava sulla prua di una nave in pietra. Il suo basamento era obliquo rispetto al muro di fondo, facendo sì che la statua fosse vista non di fronte, ma in scorcio. Non si conosce il nome dell’ autore. Potrebbe trattarsi, comunque, di Pitòcrito, che firmò molte opere rinvenute a Rodi.

STILE

L’ artista della Nike conosceva molto bene la tradizione artistica della Grecia. Risale a Fidia il panneggio fluente e morbido, mentre Lisippo ha insegnato a dare movimento alla figura. Di Skopas, infine, è il contrasto di chiaroscuro e il forte dinamismo. I frammenti delle braccia e delle mani ritrovati hanno permesso di capire che in origine il braccio destro era proteso in avanti; a questo si contrapponeva il sinistro lasciato libero, come sospinto indietro dal vento. Il corpo della Nike è proteso in avanti; esso sembra ruotare e, nello stesso tempo, inarcarsi lateralmente. Poiché la statua era osservata dal basso, appariva dinamica e slanciata, come se stesse opponendosi, in volo, al vento del mare. La luce mutevole sotto l’ effetto del vento. Le pieghe dell’ abito investito dal vento ora si increspano, ora mettono in evidenza il corpo della dea. Il chiaroscuro è talmente morbido da vibrare sotto gli effetti della luce.

COMPOSIZIONE

La funzione delle ali: le ali bilanciano la spinta in avanti del corpo, con il loro brusco spostamento all’ indietro. Il dinamismo della scultura ellenistica La grande abilità tecnica dell’ artista ha fatto sì che la statua sembri librarsi nello spazio, leggerissima. Egli ha unito i modelli classici, con i loro ideali di armonia e di proporzione, alle conquiste dell’ arte ellenistica, con i suoi effetti scenografici e di movimento. L’ effetto di dinamismo era in origine ancor più marcato, con le braccia protese in diverse direzioni. Il movimento proteso in avanti della scultura di Boccioni richiama quello della Nike di Samotracia.

“Bambina che corre sul balcone”

G. Balla: “Bambina che corre sul balcone” 1912 olio su tela (Milano)

Ambientazione: la scena è ambientata in un balcone.

Soggetto: la bambina che corre sul balcone è raffigurata di profilo. Molto probabilmente è la figlia di 8 anni di Giacomo Balla. Se guardiamo attentamente la scena si intravedono delle espressioni differenti.

Tecnica: è presente la scomposizione della scena in tanti frammenti esattamente come la sequenza dei fotogrammi di un film che visti simultaneamente rendono il dinamismo della corsa.

Colori: i colori sono molto luminosi, i colori principali sono le tonalità di blu e azzurro (colori freddi e primari). Inoltre vi sono bianco e nero (colori acromatici), rosso, giallo (colori caldi e primari), verde e arancione (colori secondari).

Luce: diffusa in tutta la scena.

Composizione: la composizione è simmetrica. Infatti se tracciamo una linea ideale al centro, il dipinto è diviso in due parti perfettamente uguali. Inoltre si intravede l’ inferriata del balcone. G. Balla sottolinea il movimento con il succedersi ritmico dei passi.

Dinamismo di un cane al guinzaglio

G. Balla. “Dinamismo di un cane al guinzaglio” 1912 olio su tela (USA)

Questo dipinto di G. Balla rappresenta una donna con un cane al guinzaglio che cammina. I piedi, le zampe, la coda, il guinzaglio esprimono un forte dinamismo. I soggetti seguono la stessa direzione con traiettorie differenti. La luce è diffusa in tutta la scena. Il dipinto è quasi monocromatico, infatti sono presenti pochi colori e con poche sfumature: bianco, nero, marrone, viola.

La superficie della tela è dipinta con pennellate rapide che creano delle omogenee zone di colore. In questo caso si tratta delle sagome del corpo del cane e della veste della donna. I colori utilizzati sono di una gamma molto limitata. La sagoma del bassotto è completamente nera, così come il vestito della sua padrona. Si nota un maggiore utilizzo del colore nelle traiettorie di movimento delle zampe del cane. In questa zona Giacomo Balla ha utilizzato una gamma che varia dal rosso al viola. Invece, nella traiettoria della camminata della donna sono stati utilizzati colori freddi blu e viola. La strada bianca funziona da sfondo neutro per rappresentare il movimento degli arti.

GIACOMO BALLA ELIMINA SPAZIO E PROFONDITÀ PER RENDERE EFFICACEMENTE IL DINAMISMO DI UN CANE AL GUINZAGLIO.

Per rappresentare efficacemente il movimento tramite lo spostamento delle gambe del cane e dei piedi della padrona lo spazio geometrico è stato azzerato. Non vi sono indicatori architettonici e linee di fuga. È assente anche la sovrapposizione delle forme poiché cane e padrona sono dipinti in modo perfettamente ritagliato dal fondo. Si intuisce che la padrona è leggermente arretrata rispetto al cane poiché i suoi piedi sono dipinti nella parte superiore del rettangolo. Inoltre, gli anelli metallici del guinzaglio ondeggiano di fronte all’ abito della padrona. Per raffigurare il movimento lo spazio viene azzerato per favorire gli arti che si stanno spostando velocemente.

IL MOVIMENTO: LA PRIMA PREOCCUPAZIONE DEGLI ARTISTI FUTURISTI

La composizione del dipinto Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla è orizzontale e inquadra direttamente i piedi e l’ intera figura del bassotto. L’ orizzontalità dell’ immagine sottolinea il movimento e la direzione dello spostamento delle due figure verso sinistra.

Il senso di movimento è assecondato dall’ ondeggiare del guinzaglio metallico bianco che è rappresentato in quattro posizioni. Alcune linee tratteggiate uniscono idealmente le diverse posizioni nello spazio delle catenelle metalliche. Si identificano solo alcune linee, che paiono convergere verso un punto di fuga molto oltre il bordo del dipinto. Queste linearità sono molto più evidenti a sinistra e sembrano enfatizzare il movimento in avanti delle due figure protagoniste del dipinto.

La mano del violinista

G. Balla: “La mano del violinista” 1912 olio su tela Estorick Collection of Modern Italian Art (Londra)

Questo dipinto di G. Balla rappresenta la mano di un violinista in movimento sulle corde di violino. Non si intravede l’ arco (bacchetta di legno con corde). La mano esegue il movimento per suonare il violino. La composizione della scena è trapezoidale. La luce proviene dall’ alto. I colori dominanti sono giallo ocra, marrone, bianco, nero. In fondo la boiserie: un elemento decorativo in legno sottolinea la prospettiva. G. Balla era un appassionato di violino e conosceva il movimento delle mani per l’ esecuzione.

DESCRIZIONE

Nel dipinto sono rappresentate più volte le mani di un violinista che stringono il manico di un violino. Si nota che la ripetizione delle immagini è ritmicamente regolare e procede dall’ alto in basso. Le diverse rappresentazioni della mani che agiscono sulle corde dello strumento si susseguono e si sfumano le une nelle altre. Lo sfondo infine è rappresentato dalla boiserie che si integra con le diverse istantanee delle mani per creare la sensazione del movimento.

INTERPRETAZIONI E SIMBOLOGIA

La mano del violinista è un dipinto nel quale Balla ha rappresentato la mano di un musicista che impugna il manico di un violino.

STILE

Le immagini che si susseguono della mano del violinista sono la registrazione del movimento compiuto. Giacomo Balla indaga attentamente la dinamica dell’ azione determinata dalle articolazioni della spalla, del gomito e della mano.

Nel condurre la sua ricerca, Balla, si interessa essenzialmente alla ricerca tecnico-rappresentativa. Insieme ad altri artisti si impegna nella dimostrazione che la realtà andava indagata nel movimento. Nella quotidianità di Giacomo Balla rientravano quindi la figlia Luce, un cane accompagnato da una signora e l’ esibizione di un violinista.

COLORE E LUCE

La boiserie dello sfondo è luminosa, colorata in ocra arancione. Anche le mani sono chiare e luminose con sfumature rosate. Il violino e la manica dell’ abito del violinista sono invece quasi neri. Si crea così il necessario contrasto per mettere in evidenza il movimento nelle diverse immagini dell’azione.

La materia pittorica permette di agire sulle forme scomponendo la superficie di ognuna e integrandola con quelle adiacenti. L ’illuminazione è funzionale alla rappresentazione del movimento. La mano è illuminata frontalmente e la luce viene frammentata per creare l’ impressione di moto.

SPAZIO

Lo sfondo del dipinto contribuisce a rendere l’ impressione di movimento. Come avviene anche nel dipinto Bambina che corre sul balcone, Balla scelse di integrare nella scomposizione della figura anche alcuni elementi ambientali. La figura della bambina venne integrata con le inferriate del balcone. In questo caso invece è la boiserie della stanza ad essere utilizzata per enfatizzare la resa dinamica.

COMPOSIZIONE

Le istantanee delle mani si sovrappongono parzialmente. Inoltre si osserva un progressivo, seppur debole, dissolvimento formale verso il basso. Si crea così un senso dinamico verso l’ alto, la zona più definita, che guida verso tale direzione lo sguardo dell’ osservatore.

Il formato dell’ opera è trapezoidale con la base minore in basso. Questo taglio favorisce lo slancio verso l’ alto, dove si trova la superficie più ampia. L’ immagine si espande e lo sguardo si sofferma maggiormente sulla mano più definita e le dita che arpeggiano sulle corde del violino. La composizione è centrale e lo sviluppo progressivo delle immagini parte da destra in basso per arrivare nella zona superiore a sinistra. Il primissimo piano è poi occupato dal braccio, dalla mano e dallo strumento. In secondo piano è rappresentato il fondo con la decorazione in alto.

EQUILIBRI COMPOSITIVI

La struttura del dipinto non si basa sulla simmetria centrale verticale. Infatti le mani e il violino occupano la parte inferiore del dipinto, molto limitata nella sua larghezza. Il centro del trapezio rovesciato corrisponde alle due immagini centrali della mano in movimento ascendente. L’ equilibrio tra le masse di volume, le forme e le masse cromatiche è poi spostato verso sinistra. Comunque l’ ampio triangolo chiaro della parete crea un certo peso a destra. A sinistra, in basso, invece predomina la massa scura della manica dell’ abito del violinista. La parte del dipinto occupata dalla figura in movimento è racchiusa all’ interno di un rettangolo posto in obliquo. In alto invece si crea una potente orizzontale che stabilizza l’ immagine attraverso la decorazione in chiaroscuro.

Velocità Astratta

G. Balla: “Velocità Astratta” 1914 olio su tela Pinacoteca Agnelli (Torino)

Il dipinto sull’ automobile in velocità è fra i più significativi di G. Balla. Il soggetto si allontana finalmente dal figurativo, la macchina è lanciata in tutta velocità, in questo modo non si intuisce la struttura della vettura, ma solo il caos lasciato dal suo passaggio. La composizione si basa su cinque grandi semicerchi che sottolineano l’ aumento della velocità. I vortici in basso rappresentano le ruote. Le linee oblique sono evidenti e sono disegnate come delle frecce. Si intravede la testa dell’ autista. Il colore dominante è il nero.

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