Stati d’animo: “Quelli che vanno”

U. Boccioni: “Quelli che vanno” 1912 olio su tela Museum of Modern Art di New York (MoMA)

Questa opera d’arte di U. Boccioni è la continuazione del dipinto precedente. Infatti rappresenta le persone che se ne vanno, ossia le persone all’ interno della locomotiva. A differenza del primo dipinto che raffigura dei paesaggi di campagna con varie tonalità di verde, questo quadro utilizza prevalentemente tonalità blu. L’ espressione dei volti è esasperata poichè la corsa verso il futuro è un’ incognita. I colori sono in prevalenza freddi. La luce laterale proviene da sinistra. La scena presenta linee orizzontali ed oblique.

BERGSON E IL FUTURISMO

Questo dipinto sottolinea la velocità del tempo valorizzando le emozioni. Henry Bergson è protagonista di questa temperie culturale, a partire dalla sua prima opera, dedicata allo studio del “tempo”. A partire da Aristotele, la società occidentale è stata abituata a identificare e concepire il tempo come una successione di punti-attimo, tutti uguali qualitativamente e rappresentabili graficamente. Insomma, il tempo è stato concepito sin dalle origini come tempo meccanico, scientifico, astratto. Per Bergson si tratta di una concezione sbagliata in quanto in tal modo il tempo viene proiettato in una dimensione spaziale che non gli appartiene. Ben diverso invece è quel che il filosofo chiama “tempo della vita”, composto da istanti tutti differenti anche dal punto di vista qualitativo, da momenti irripetibili che si compenetrano e si sommano tra di loro incessantemente. Questo è il tempo reale, paragonabile – scrive Bergson – ad una valanga che muta di continuo e cresce su se stesso ad ogni istante. In questa ottica cade il rapporto tra spazio e tempo. Nessuno spazio può contenere un magma in continua mutazione, che si accresce continuamente.

PASSATO E FUTURO

Bergson crede che l’ unico tempo sia proprio quello della vita o meglio della coscienza. Gli esempi in tal senso possono essere sterminati. Pensiamo solamente a chi ha avuto un incidente grave: l’ istante in cui si è trovato in bilico tra la vita e la morte sarà durato una eternità, mentre per la scienza non più di un secondo. Quella esperienza, durata anche solo un attimo, rimarrà impressa nella sua memoria per sempre. Un’ esperienza, infine, che non potrà essere rappresentata graficamente. Lo stesso attimo, fosse anche una frazione di secondo, presenterà momenti di coinvolgimento “interiore” differenti. Lo scorrere del tempo della vita per Bergson raccoglie sempre quanto è già accaduto. Tuttavia centrale non è affatto il passato, bensì il futuro e questo perché ogni momento, ogni istante è come se si “sforzasse” di entrare in quello successivo. Dunque il passato “spinge” sempre verso il futuro, non arrestandosi mai. Non esiste alcun determinismo temporale: il tempo è libero, spontaneo.

L’ EVOLUZIONE CREATRICE

Il concetto di “spontaneità” rimanda ad un altro importante scritto di Bergson: “L’ evoluzione creatrice”. Tutta la realtà, nulla escluso, è frutto di uno “slancio”, creativo e spontaneo, che sfugge ad ogni determinabilità e dunque ad ogni possibile previsione (e quindi alla scienza). Partito dal tempo, dunque, Bergson tende ad abbracciare il mondo intero con la sua teoria della spontaneità e del dinamismo. Nella natura vi è un unico slancio di vita, che di fronte alla materia, in maniera del tutto imprevedibile, ora si ferma, ora procede spedito, ora si divide, ora si riunisce. Una teoria evoluzionistica è esemplificata da Bergson con il ricorso alla nota immagine dei fuochi d’ artificio. Lo slancio è uno di questi fuochi, che sale verso l’ alto per poi esaurire la propria spinta, ricadendo quindi al suolo. E tuttavia ad esaurirsi non è tale slancio, che risulta infinito, bensì i singoli frammenti che si spengono e che nel momento in cui si esaurisce la forza vengono tenuti ancora su per qualche tempo dal flusso che continua a giungere dal basso. Ed è proprio l’istante in cui le scintille sono tenute in aria a rappresentare la vita dei singoli individui. La vita è un flusso continuo, impossibile da fissare e rinchiudere entro le leggi universali, sfuggendo in tal modo alla scienza tradizionale.